lunedì 22 giugno 2009

Iran e commenti

TEHERAN - Le autorità iraniane li avevano vietati. Ma i funerali di Neda, la ragazza uccisa domenica (c'è il video fatto con un cellulare della sua morte in internet) ci sono stati lo stesso. Grazie al tam-tam di Facebook i manifestanti si sono radunati (hanno creato anche un giornale online chiamato "Street"), anche se la polizia ha provveduto subito a disperderli. Ci sono stati 457 arresti e il fermo di 5 occidentali che sono stati accusati di essere i maggiori attivisti dei disordini di sabato scorso. Dal resto del mondo arrivano critiche e preoccupazione per le violenze e la mancanza di libertà di espressione, è certo che l'Iran non parteciperà alla riunione ministeriale del G8 che si terrà a Trieste dal 25 al 27 giugno perchè non ha risposto all'invito in tempo.
Nonostante le minacce a chi fosse sceso in piazza, un migliaio di manifestanti si sono ritrovati come previsto in piazza nel centro di Teheran.
Mir Hossein Moussavi, l'avversario sconfitto da Ahmadinejad alle ultime elezioni, invitando i suoi sostenitori alla commemorazione dei "martiri" degli scontri. Non c'è stato nessun gesto violento, ma solamente un corteo di candele nere con un nastro verde e fari delle auto accesi anche in pieno giorno per manifestare la propria solidarietà alle famiglie degli uccisi.
Prima che il corteo potesse prendere forma, la polizia anti-sommossa è intervenuta con lacrimogeni e manganellate, disperdendo i manifestanti.
La risposta degli Stati Uniti, dell'Unione Europea e anche della Russia è stata immediata. Tutti hanno rifiutato l'accusa di ingerenze, hanno manifestato preoccupazione per la perdita di libertà di stampa e per le violenze di cui sono vittime i manifestanti.
In questa breve cronaca, in cui ho cercato di riassumere ciò che è successo oggi in Iran, un fatto emerge molto significatamente a mio parere: la voglia di libertà.
Anche se solamente un migliaio ( sicuramente i manifestanti sarebbero stati molti di più se non ci fossero state minacce di repressioni da parte del governo iraniano), questo evento ci ha fatto capire che l'uomo anche se vive in condizioni di totalitarismo e di paura, come in questo caso, in lui rimane sempre la voglia di libertà e giustizia, pur essendo cosciente del fatto che ciò lo porterà a subire dolorose consenguenze, e nel peggiore dei casi addirittura a morire.
Questo fa onore agli iraniani che lottano giorno dopo giorno contro i sopprusi e le violenze che l'ayatollah compie quotidianamente per mantenere l'"ordine", ma già da questi Ahmadinejad penso stia capendo che qualcosa sta cambiando. Non è più tutto bello "ordinato" come vorrebbe.
Si sono fatte molte guerre in nome della libertà (alcune usavano questa scusa per nascondere le loro vere ragioni...), e tutte hanno portato alla morte di numerose persone che saranno ricordate come dei martiri, come lo è d'esempio Neda.
Questo è quello che cercano di fare oggi gli iraniani. Combattono per la libertà. Celebrano i propri martiri.
Magari non hanno tutti i torti le autorità iraniane a dare la colpa alle potenze occidentali, è chiaro che le nazioni occidentali sono viste da questa gente come degli esempi per quanto riguarda le libertà sociali, magari in altri ambiti sono si trovano in completo disaccordo, come è naturale che sia.
La strada è lunga e molto sanguinosa purtroppo, come ci ha insegnato la storia...
Inoltre, un punto su cui vale la pena di perdere due parole, visto che poi stiamo facendo il corso di informatica, è il fenomeno di Facebook o della rete in generale.
Anche in questo caso la rete è riuscita a riunire molte persone con le stesse volontà e questo ha portato a ciò che vi ho appena raccontato. Strabiliante!
Le possibilità ci sono, basta saperle sfruttare...
E' a questo che serve la rete.
Non per mettere tutta quella roba spazzatura che purtroppo circola anche più velocemente di questi alti valori...
So che ho detto cose risapute, ma sentivo il bisogno di scriverle, giusto per fare un po' di ordine nella mia testa.
Scusate!! Ciao!!


domenica 21 giugno 2009

La Giostra del Saracino

Anche questo anno si corre ad Arezzo, città nella quale io vivo, la Giostra del Saracino.
La Giostra del Saracino è un antico gioco cavalleresco che affonda le sue radici nel Medio Evo durante le guerre contro i saraceni, ripristinato nel 1931 in forma di rievocazione storica ambientata nel XIV secolo. La Giostra del Saracino, che giunge quest'anno all'edizione n° 117 (dedicata alla famiglia Della robbia, poichè quest'anno vi è stata una mostra molto importante proprio nella città di Arezzo
) e 118 (dedicata al quotidiano "La Nazione") dell'epoca contemporanea, si corre ad Arezzo il penultimo sabato di Giugno e la prima domenica di Settembre. Preceduto da un variopinto corteo storico, che si muove per le vie della città con oltre 350 figuranti vestiti con abiti che rievocano le dame e i cavalieri del tempo, il torneo vero e proprio si svolge nella cornice di Piazza Grande (piazza principale di Arezzo).
Prima delle carriere, cioè della gara vera e propria, vi è uno spettacolo fatto dai musici e gli sbandieratori di Arezzo (uno dei gruppi più importanti e più bravi al mondo in questo genere di manifestazioni).
Poi i cavalieri dei Quartieri di Porta S. Spirito, Porta Crucifera, Porta del Foro e Porta S. Andrea (il mio quartiere) si gettano al galoppo con lancia in mano, contro un automa corazzato, che rappresenta un saraceno ("Buratto Re delle Indie") armato di mazzafrusto in una mano e nell'altra porta lo scudo, cioè un tabellone rettangolare con dei riquadri che devono essere colpiti, ognuno dei quali ha un diverso punteggio da 1 a 5().
Vince la coppia di giostratori che, nel colpire lo scudo del Saracino, realizza il maggior punteggio.
Vi sono alcune regole particolari: nel caso in cui la lancia si spezzi con il colpo inferto al buratto, il cavaliere raddoppia il punteggio che aveva colpito, invece, in caso gli cada la lancia durante la carriera, il punteggio viene azzerato. Al loro Quartiere va in premio l'ambita "Lancia d'Oro".
In caso di parità fra uno o più Quartieri dopo le otto carriere ordinarie, per aggiudicare il trofeo si ricorre ad una o più carriere di spareggio.
L'edizione di giugno 2009, corsa sabato 20 giugno è andata a Porta Crucifera dopo due carriere di spareggio.
Anche se io non sono un grande fan del Saracino, cioè non sono un vero "quartierista" che partecipa a tutte le feste ed eventi organizzati dal mio quartiere (c'è molta gente che aspetta questo evento tutto l'anno... esagerati...), vi consiglio di venire a vedere questa manifestazione, perchè piena di fascino e riuscirà a portarvi indietro nel tempo per almeno un po' di ore.
Forza Porta Sant' Andrea!!
Ciao ciao!

Scazzo

Mi dispiace per il brutto titolo, ma non sono riuscito a trovare una parola più appropriata per intendere ciò che provo.
Mi mancano le parole per descrivere ciò che sento, ma tenterò comunque a comunicarvelo, purchè ci riesca....
Come può un semplice e banale fraintendimento rovinarti un intera giornata?
Il tutto nasce da piccoli gesti compiuti senza malizia o cattiveria . Ma l'altro (peggio se una persona molto cara e vicina) sente questo come un attacco alla propria persona, un offesa bella e buona!! Ma ancora questo non è sicuro del suo sospetto, quindi cerca di capire meglio la situazione per vedere se le sue congetture avevano un fondo di verità o no. In caso di esito negativo, non si sente sicuro (anche se vorrebbe esserlo magari) e si genera in lui il cosiddetto "scazzo"(ovviamente può generarsi per altre cause, ma questa è la peggiore a mio parere). In caso di esito positivo, c'è il litigio e nel peggiore dei finali la troncatura di quello che prima poteva essere considerato un buon rapporto.
Eccolo. Lo "scazzo".
Lo "scazzo" vuol dire che mi girano, si, ma senza un vero motivo, anche se di motivi ne potrei trovare quanti te ne pare. Questo ti assale diciamo quasi all'improvviso, magari qualche avvisaglia te l'aveva data (ma come si fa prevederlo!!??).
A questo punto si diventa, io soprattutto, peggio di una "vecchia zitella acida" (molti mi definiscono così), e qualsiasi cosa rivolta verso di me sarà ritenuta come un offesa gravissima e per questo punibile con la morte!! Ok... sto esagerando... Comunque era per far capire che tira fuori da me la mia parte peggiore. E pur rimanendo consapevole di star male per un niente, non posso farci niente. Sto male e basta. Cerco di allontanare le persone vicine che non c'entrano niente per evitare che la situazione si complichi ulteriormente e inutilmente (almeno una cosa buona la faccio).
Stasera mi è successo proprio questo, per una discussione generata da una mia frase formulata male o detta con tono poco garbato (secondo la percezione dell'altra persona), portando l'altra persona allo "scazzo per fraintendimento" e poi di conseguenza, vedendo che non le passava, lo "scazzo" ha contagiato anche me, rovinandomi la giornata che stava giungendo al termine.
Tutto questo mi ha portato rabbia e insoddisfazione per tutto quello che ho fatto (perchè non riesco mai a farmi capire come vorrei!?) e pessimismo per tutte le mie azioni future!
Lo so, sono catastrofico, ma che ci posso fare!? Portandomi a pormi anche alcune domande che io, nel mio animo insensibile (almeno così mi considero...), non sono abituato a farmi... Accidenti ai sentimenti!!
Ci sono le solite domande: "Che cosa ho sbagliato?" Oppure "Perchè sono così s.....o!? E "Perchè mi faccio tutte queste seghe mentali?" E anche qualche domanda per capire i sentimenti dell'altra persona: "Perchè ha reagito così?" oppure "Ma ora a cosa starà pensando? Le sarà passata?"
La risposta è sempre quella : "Ma so un c....o io!!"
Così continuo a farmi le mie seghe mentali che so già non porteranno a niente, se non a peggiorare la situazione e a farmi sentire peggio.
Questa volta ho provato a scrivere ciò che provo per vedere se mi aiuterà a capire e a sorpassare questa sciochezza, perchè tale è! Lo so! Ma che ci posso fare...
Sembro Zeno de "La coscienza di Zeno" di Italo Svevo (visto che uno dei miei precedenti post era dedicato a quel libro): speranzoso che questo sfogo mi serva a qualcosa, ma consapevole che non porterà a niente e che non potrà guarirmi! E' una Malattia!! (non l'ho scritto a caso con la lettera maiuscola...).
La cura?
La cura è la comprensione.
La comprensione reciproca tra le due persone tirate in causa, cercando di instaurare un dialogo costruttivo che ci avvicini e mi/ci liberi da questo tormento.
Sarò all'antica, ma questo è l'unico modo.
Questa comprensione io la voglio e sono disposto a tutto per ottenerla!
Su questo sono fiducioso , perchè sono convinto che anche l'altra la voglia ad ogni costo così come la desidero io!
Ora è l'ora di andare a letto... mi dispiace di avervi annoiato con questo inutile post...
Speriamo bene domani!
Buonanotte!

Scuola finlandese

Leggendo il post di Maria Grazia sono rimasto sbalordito da questa "leggenda" della scuola finlandese, per questo mi sono documentato e ho capito il perchè sia così agognata e osannata.
Non è fantascienza! Leggete!

L'ultima riforma dell'ordinamento scolastico è avvenuta nel 1994; ma la scuola finlandese è in continuo movimento. La grande riforma che ha portato all'introduzione della "peruskoulu" (scuola dell'obbligo, o, all'inglese, "comprehensive school") è invece degli anni '70. La riforma del '94 ha conferito maggiore autonomia alle scuole, soprattutto per quanto riguarda i programmi. Esiste infatti un curriculum nazionale, ma i programmi vengono compilati a livello di comuni, e ogni singola scuola stende ogni anno un piano di azione annuale. Anche gli insegnanti vengono reclutati dalle singole scuole o dai comuni, i quali spesso ricorrono ad annunci sui quotidiani per trovare personale.

In Finlandia i comuni sono responsabili dell'istruzione di base.
L'insegnamento, i materiali di studio e i pasti sono gratuiti; se il tragitto fra casa e scuola supera i 5 km, anche il trasporto viene organizzato gratuitamente. I comuni ricevono un finanziamento dallo Stato per la manutenzione delle scuole. I libri di testo vengono scelti dagli insegnanti.
Per diventare insegnante nella scuola dell'obbligo è necessaria una preparazione di livello universitario. Esistono in tutto il Paese 7 istituti per la preparazione degli insegnanti di madrelingua finnica e 1 per quelli di madrelingua svedese. Ognuno di questi istituti ha una scuola dove gli insegnanti svolgono il tirocinio (queste scuole vengono denominate Normaalikoulu). La preparazione professionale degli insegnanti del grado inferiore dura dai 4 ai 5 anni; quella degli insegnanti del grado inferiore dura dai 5 ai 6 anni. Attualmente tale preparazione viene svolta nel corso degli studi universitari, e non più alla fine di essi.
Le scuole private in Finlandia sono circa l'1% del totale, e sono comunque sotto la giurisdizione dello Stato, dal quale ricevono sovvenzioni. La maggior parte di queste scuole sono istituzioni professionali. A proposito di queste ultime: l'ultima riforma risale al 1995, ed ha riformato il curriculum, semplificando la nomenclatura degli indirizzi e rendendoli meno altamente specializzati. Le qualifiche sono adesso 160, con corsi di tipo modulare come al liceo. La prossima riforma avrà luogo nel 2000 e prevederà 3 anni di corso per tutti gli indirizzi, con 6 mesi di tirocinio obbligatori. Inoltre, metterà gli istituti professionali alle dipendenze dirette delle AMK, cioè delle istituzioni di insegnamento professionale superiore (para-universitario).
Dal 1993 alcune riforme nella legislazione hanno permesso l'aumento dei contratti di apprendistato (sia parallelo agli studi che non), che prima contavano solo per il 5% della popolazione giovanile.

Adesso alcune cifre per l'anno 1995:
  • 581.000 studenti iscritti in oltre 4.400 scuole dell'obbligo;
  • 109.000 studenti iscritti in 440 licei;
  • 170.000 studenti iscritti in 362 scuole professionali.
Quindi: 31% al liceo; 54% negli istituti professionali. Lo Stato finlandese punta a concedere l'accesso all'istruzione secondaria superiore a tutti gli appartenenti al gruppo di età rilevante; mentre l'accesso all'università sarà riservato nel prossimo futuro al 60-65% del gruppo rilevante.
Quanto al 15% di studenti che non frequenta la scuola secondaria superiore, costoro di solito provano ad entrare nel mondo del lavoro, soprattutto adesso che è più facile ottenere un contratto di apprendistato. La Finlandia ha un tasso di disoccupazione piuttosto alto (circa il 15%), ma in generale le persone si danno da fare per trovare un lavoro anche temporaneo. Comunque, quello che emerge da questi dati è che sicuramente la maggior parte della popolazione giovanile non si ferma al diploma di scuola dell'obbligo. Un fattore molto importante della società finlandese è l'istruzione permanente e la presenza di varie istituzioni - pubbliche o semi-private - che offrono la possibilità di ampliare la propria preparazione culturale. Esiste anche una scuola per gli adulti (chiamato Aikuiskoulutuskeskus) che vogliono prepararsi a prendere il diploma di scuola secondaria superiore o di scuola dell'obbligo.
Per quanto riguarda la dispersione scolastica e altre cose, la Finlandia è uno dei paesi del mondo con il più alto tasso di scolarizzazione. Praticamente tutti gli studenti ottengono il diploma della scuola dell'obbligo, e la maggioranza degli studenti inizia (e spesso porta a compimento) gli studi a livello di scuola secondaria superiore. Una statistica di due anni fa riportava la Finlandia prima per tasso di scolarizzazione.
La preparazione degli insegnanti del grado inferiore prevede una laurea in pedagogia; mentre quella degli insegnanti di materie individuali (grado superiore e licei) prevede la frequenza di un corso di formazione che si affianca al corso di studi principale (lingue straniere, matematica, ecc.).
LA SCUOLA DELL'OBBLIGO
In Finlandia l'obbligo scolastico riguarda i giovani dai 7 ai 16 anni, per una durata complessiva di 9 anni con frequenza facoltativa del decimo anno.
Prima dei 7 anni i bambini finlandesi possono frequentare l'asilo, dove in particolare vengono svolte attività mirate all'inserimento nella scuola dell'obbligo dei bambini di 5-6 anni. Gli asili comunali impiegano personale specializzato che abbia seguito un corso di preparazione di tre anni. La frequenza di questa forma di istruzione prescolare è facoltativa, ma quasi tutte le famiglie finlandesi vi fanno ricorso, dato che la maggior parte delle donne ha un impiego fuori casa (la percentuale attuale del lavoro femminile è intorno al 70%).
La scuola dell'obbligo in Finlandia si chiama "peruskoulu" e si divide in due parti: grado inferiore (ala-aste), dai 7 ai 12 anni; e grado superiore (yl{-aste), dai 13 ai 16 anni. Il grado inferiore (dalla I alla VI classe) corrisponde più o meno alla nostra scuola elementare, con un solo insegnante per classe responsabile dell'insegnamento. Per alcune materie, in particolare le lingue straniere, vi sono insegnanti specializzati che affiancano il maestro. Le ore settimanali di insegnamento vanno dalle 20 alle 26, distribuite in 5 giorni settimanali (le scuole sono chiuse il sabato, come avviene anche in altri paesi). Materie obbligatorie nel ciclo inferiore sono, per esempio, matematica, religione, lingua materna (finnico o svedese), una lingua straniera (solitamente inglese), ecologia, educazione civica, storia, biologia e geografia, disegno e applicazioni manuali, musica ed educazione fisica. L'insegnamento della lingua straniera inizia già dalla III classe del grado inferiore. Se necessario, gli allievi vengono seguiti anche individualmente e consigliati nel progresso dei loro studi.
Il grado superiore va dalla VII alla IX classe, con circa 30 ore settimanali di lezione. Come accade nella scuola media italiana, ogni materia ha il suo insegnante specifico. Le materie sono tutte quelle già menzionate per il grado inferiore, con l'aggiunta di chimica e fisica, economia domestica e la seconda lingua ufficiale del Paese (finnico per gli studenti di madrelingua svedese e viceversa). Inoltre, gli studenti possono scegliere fra varie materie facoltative, tra cui una seconda lingua straniera, elementi di economia, informatica ed altre. Alla fine del ciclo di studi obbligatori agli studenti viene rilasciato un certificato ufficiale che contiene tutti i risultati ottenuti durante il corso di studi nelle singole materie, sulla base dei test che vengono svolti alla fine di ogni anno del ciclo. Non esiste quindi un esame di Stato ufficiale alla fine della scuola dell'obbligo. Le votazioni vanno da 4 (il minimo, con cui si deve ripetere l'anno) a 10. Il risultato minimo per ottenere la sufficienza è quindi 5.
L'INSEGNAMENTO SECONDARIO
In Finlandia esistono due tipi di istruzione secondaria (non obbligatoria): i licei e gli istituti professionali. Il liceo conduce direttamente agli studi di livello universitario e mira ad una preparazione culturale globale. L'insegnamento liceale viene impartito sotto forma di corsi modulari, della durata di 38 ore ciascuno.
Per ogni materia gli studenti possono dover seguire numerosi corsi prima di poter sostenere l'esame di maturità. Fra le materie di studio vi sono il finnico e lo svedese, da una a tre lingue straniere, matematica, fisica, biologia, chimica, geografia, psicologia, religione, applicazioni artistiche o musica, nozioni d'igiene ed educazione fisica. Alcune materie sono obbligatorie, altre facoltative; agli studenti vengono anche date nozioni di orientamento professionale.
Per quanto riguarda il funzionamento dei licei, non esistono gruppi-classe nel senso tradizionale (se non in rare scuole). Ogni studente sceglie le materie che vuole seguire e in cui vuole sostenere l'esame di Stato, e quindi i gruppi sono formati da persone interessate a quel corso. I corsi sono modulari, e quindi hanno luogo in determinati periodi dell'anno. Gli studenti possono seguire i loro ritmi di apprendimento individuali, e per questo possono svolgere gli studi anche in 4 anni e non solamente in 3.
Solamente i licei "specializzati" (musica, sport, arte) prevedono un esame di entrata. È più difficile accedere agli istituti professionali perché le richieste sono molte di più.
La maggior parte dei licei è attualmente di proprietà comunale; sono molto rari quelli privati. Alcuni licei hanno un indirizzo specializzato, ad esempio in discipline classiche (con lo studio del latino), sportive o artistiche.

Le prove di maturità (ylioppilastutkinto) vengono sostenute dagli studenti verso la fine del ciclo di studi liceali, il quale può durare 3 o 4 anni. Si tratta di prove articolate in ciascuna materia (le materie sono a scelta degli studenti), che hanno luogo in autunno e in primavera.
L'esame di maturità ha valore ufficiale ed è il requisito necessario per accedere all'università.

Gli istituti professionali sono frammentati in una grande quantità di indirizzi didattici diversi. Gli studenti scelgono anzitutto una linea fondamentale fra le 25 disponibili, secondo le varie mansioni del mondo del lavoro. Ogni linea fondamentale è divisa in due fasi: quella generale e quella di specializzazione.
La fase generale dura un anno ed ha un contenuto comune a tutti gli studenti. Nella fase di specializzazione si apprende un vero e proprio inquadramento professionale. Le fasi di specializzazione hanno durata variabile da 1 a 4 anni, a seconda della difficoltà e anche del prestigio delle mansioni. Per esempio, nel settore dell'automobile si può studiare per diventare montatori (durata breve), progettisti (durata media) o ingegneri (durata lunga). Esistono 240 linee diverse e di vario grado; vi sono anche circa altre 20 linee di studio che non rientrano fra quelle principali.
Gli studenti che hanno superato la fase di specializzazione più lunga possono proseguire gli studi all'università o presso istituzioni analoghe di livello superiore.
Circa la metà degli istituti professionali è comunale, un terzo è statale e il resto sono privati. Le scuole professionali ricevono sovvenzioni dallo Stato.

Si accede ai licei per concorso interno (per gli studenti provenienti dalla scuola dell'obbligo in una stessa istituzione) o per domanda esterna. L'accettazione dei candidati avviene sulla base dei voti riportati alla fine del ciclo di studi obbligatori. Attualmente, in Finlandia è più facile essere ammessi ad un liceo che ad un istituto professionale.
IL SISTEMA UNIVERSITARIO
Per concludere, un breve accenno al sistema universitario.
Tutte le università sono a numero chiuso, ed ogni anno sono disponibili non più di 18.000 posti in tutto il Paese (su circa 40.000 studenti che sostengono la maturità). Quindi, per iscriversi ad un corso di studi universitari bisogna sostenere un esame di entrata (valintakoe) per il corso prescelto.
Se non si è accettati in un'università, si può tentare il concorso presso un'altra istituzione in un'altra città.

Perchè non è così in Italia? Ai posteri l'ardua sentenza...

Referendum

Il referendum doveva essere una garanzia per noi cittadini, ma per l'uso improprio e per la manipolazione dello stesso, è divenuto una trappola!
La stagione d'oro dei referendum fu quella del divorzio e dell'aborto per la quale i giornali riempirono pagine e pagine per convincere la gente a votare o si o no. Il risultato? Un gran casino nella testa di ogni singolo cittadino! Poi si andò a votare e fu deciso, ma nel frattempo che il Parlamento andava avanti, magari c'era l'Italia che rimaneva indietro non del tutto convinta della sua decisione...
Da mettere in discussione è la tecnica manipolativa, cioè si chiede lo "sfregio" della legge, non la sua abrogazione che sarebbe propria di una tecnica abrogativa molto più incisiva nelle decisioni.
Anche oggi era lo stesso per me! Prima di andare a votare ho letto giornali, ho guardato telegiornali per riuscire a capire veramente dove stava il problema di questo referendum e come migliorare tale legge, ma non sono riuscito a comprendere fino in fondo l'entità del problema, tantomeno a trovare una soluzione. Anche questa volta solo nuovo "caos" (come direbbe il professore) in testa... sentendomi molto stupido per questo e anche come un cittadino inutile e ignorante... Questi problemi non dovrebbero risolverli i parlamentari? Altrimenti che ci stanno a fare al Parlamento?

sabato 20 giugno 2009

La Malattia

Tratto da "La Coscienza di Zeno" di Italo Svevo (profezia finale).
....La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure.(...). La vita attuale è inquinata alle radici. L'uomo s'è messo al posto degli alberi e delle bestie ed ha inquinato l'aria, ha impedito il libero spazio. Può avvenire di peggio. Il triste e attivo animale potrebbe scoprire e mettere al proprio servizio delle altre forze. V'è una minaccia di questo genere in aria. Ne seguirà una grande chiarezza... nel numero degli uomini.
(...) Ma non è questo, non è questo soltanto.
Qualunque sforzo di darci la salute è vano. Questa non può appartenere che alla bestia che conosce un solo progresso, quello del proprio organismo. (...)
Ma l'occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c'è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l'uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza.(...). Ed è l'ordigno che crea la malattia con l'abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. (...)
Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistentisaranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po' più ammalato, ruberà tale esplosivo e s'arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un' esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.
24 Marzo 1916
2009. Siamo già arrivati a questo punto?

Riflessioni sulla Follia

La relazione tra originalità, cioè originalità nel modo di presentarsi e di pensare, e la follia intesa come malattia mentale e disagio psichico è un rapporto che ha trovato diverse risposte nei differenti periodi storici e nelle diverse culture: è stato dibattuto a livello filosofico, nell'antica Grecia da filosofi come Platone e Aristotele; poi assimilato al concetto di psicosi, dai pensatori razionalisti dell' Illuminismo, per poi subito dopo diventare l'inscindibile binomio creatività-follia con l'irrazionalismo proprio dell'epoca romantica. Successivamente, con l'avanzare delle scienze, durante l'era del positivismo la genialità è stata accomunata a una strana forma di follia morale dal medico Cesare Lombroso (inventore dell'antropologia criminale) nel suo saggio "Genio e Follia".
Nel secolo scorso, segnato da due guerre mondiali, siamo arrivati addirittura a considerare tutti gli uomini un po' inclini alla follia e addirittura a considerare i pazzi come le persone più consapevoli della "malattia" che è insita nella vita stessa, come la pensava Italo Svevo.
E' giusto parlare della follia, dei metodi di cura e della concezione del fenomeno?
Penso che, per quanto potremmo parlare sull'argomento, non riusciremo a dare una risposta esaustiva...
Non vi sembra che oggi chiunque esca un minimo dai canoni prestabiliti viene considerato un pazzo o almeno un disadattato? E per questo deve essere deriso o addirittura emarginato?
La società moderna apparentemente incoraggia l'originalità e la diversità, ma poi si contraddice proponendoci modelli ed espressioni da adottare per risultare "conformi", "adeguati" a questa società che fa dell'apparenza il più alto dei valori, insieme al denaro ovviamente... o siamo noi stessi a contraddirci...
Potremmo mai riuscire a cambiare questa società che a tutti noi non sembra mai adeguata alle nostre esigenze o modificare noi stessi per poi ricominciare da zero?
Forse l'unico modo possibile è che si avveri la profezia che Zeno Cosini scrive alla fine della sua autobiografia come risultato del suo travagliato viaggio all'interno del suo animo (vedi post "Malattia")?
Oppure ci abbandoniamo ai nostri istinti e distruggiamo tutto ciò che l'umanità ha costruito con tanta fatica nel corso dei millenni? E' tutto da buttare?
Questo non è assolutamente vero!
Io credo che l'unica forza in grado di cambiare questa situazione così sgradevole sia l'auto-critica che ha guidato il processo evolutivo della specia umana nel corso della sua esistenza, sia nel campo scientifico che in quello umanistico.
Ma rimango comunque pessimista sulla volontà di cambiamento che purtroppo è propria solo delle vittime di questo sistema le quali hanno una voce troppo debole (i potenti non vogliono cambiamenti) e non sono in grado di elevarsi al di sopra del grigiore di questa società di massa, anzi la costituiscono, vi rimangono intrappolati e vi si sentono soffocare.
Abbiamo creato da soli la nostra gabbia, ma siamo troppo deboli per forzarla... che la follia sia l'unica chiave per farci uscire?